La carnosina è una proteina formata da due amminoacidi: istidina e β-alanina. E’ presente in tutti gli esseri viventi, soprattutto nei muscoli, nel cervello e nel cuore. Ad essa si associano numerosi benefici che, secondo alcuni studi, la renderebbero anche una delle possibili alleate in caso di autismo.
La carnosina espleta numerose funzioni che la rendono indispensabile per la salute dell’essere umano e la convertono in un elisir di lunga vita.
Se vi state domandando a cosa serve, ecco alcuni dei benefici ad essa correlati:
Grazie all’insieme delle sue proprietà, la carnosina si rivelerebbe un’ottima opzione fra le cure per l’autismo, per esempio aiutando a contrastare l’insorgere di patologie che si sviluppano in comorbidità con la condizione, come l’epilessia e i disturbi del sonno.
A tal proposito, uno studio pubblicato nel 2018 dal Basic & Clinical Pharmacology & Toxicology ha dimostrato che la carnosina migliora la qualità del sonno. L’esperimento, durato due mesi, è stato eseguito in doppio-cieco su 43 soggetti interessati da disturbi dello spettro autistico fra i 4 e i 16 anni. Mentre una parte di essi ha ricevuto un placebo, all’altra sono stati somministrati 500mg di carnosina. A fine ricerca, si è registrato un miglioramento nei disturbi del sonno in chi ha ricevuto la proteina, anche se non si sono rilevati effetti sui sintomi direttamente collegati ai DSA.
Un altro studio a doppio-cieco svolto dal Sutter Neuroscience Institute di Sacramento (Calfironia), tuttavia, sembrerebbe sostenere il contrario: 31 bambini con disturbi dello spettro autistico sono stati divisi in due gruppi: ad uno era destinato il placebo e all’altro una dose di 800mg di l-carnosina. A distanza di 8 settimane, basandosi su alcuni test specifici, sono state notate nel secondo gruppo migliorie nel comportamento, nel linguaggio recettivo e nella socializzazione.
I risultati della ricerca svolta in California sono molto promettenti: nonostante ciò, la scienza non è giunta ancora ad una conclusione certa e alcuni medici sollevano dei dubbi nell’impiego della carnosina nei casi di autismo, sostenendo un peggioramento del quadro clinico: aumento dell’iperattività e peggioramento dei tratti autistici, anche dopo molto tempo dall’ultima somministrazione della sostanza.
Pertanto, qualora si volesse intraprendere un trattamento a base di questa proteina, si consiglia sempre di rivolgersi al proprio medico curante o ad uno specialista.
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