Non sempre è facile determinare se le difficoltà che affrontano quotidianamente alcuni bambini e adulti sono legate a disturbi del neurosviluppo come l’autismo; questo perché attualmente non esistono strumenti precisi o esami scientifici che ne possano individuare la presenza certa. L’unico elemento che si ha a disposizione è l’osservazione, nonché una serie di criteri ai quali far riferimento e diversi test che aiutano al riconoscimento di questo invisibile ostacolo personale che, se non preso in considerazione, intralcia benessere e serenità.
La comunità scientifica, negli anni, ha redatto linee guida che danno modo al neuropsichiatra e ad altri specialisti del settore di riconoscere i segnali dell’autismo e di fare una diagnosi che sarà la base di un percorso di miglioramento dello stile di vita; naturalmente questi manuali non sono definitivi ma in continuo aggiornamento, come dimostra il recente DSM 5.
Attualmente vi sono anche molti strumenti di screening, fatti di colloqui e test preliminari, che supportano il medico o il pediatra nel riconoscimento di un sospetto autismo. Valutando gli esiti, lo specialista poi decide se intraprendere un’osservazione formale. I test psicometrici e i questionari sono dedicati ai bambini che presentano delle difficoltà non ancora accertate come derivanti da autismo; sono però rivolti anche ai genitori o tutori, figure fondamentali nell’osservazione dei comportamenti dei piccoli. Gli strumenti possono essere generici o più specifici, a seconda del caso. Qui di seguito illustreremo i più importanti e utilizzati, sia per chi è in età infantile, sia per gli adulti.
Questi test, questionari e colloqui sono usati dai medici e pediatri in una fase iniziale, quando c’è solo un sospetto e non una vera e propria valutazione formale.
La “Checklist for Autism in Toddlers” e la “Modified Checklist for Autism in Toddlers” sono valutazioni veloci e gratuite che consentono allo specialista di riconoscere precocemente i segnali dell’autismo. Sono dedicate ai bambini, nello specifico si possono eseguire dal 18esimo mese di vita. La CHAT, ideata da una serie di esperti di Cambridge, London College University, Goldsmith e Guys Hospital, è articolata in due sezioni, una dedicata alle risposte dei pediatri o altri operatori coinvolti, l’altra per i genitori. In quest’ultima le mamme e papà possono trovare domande legate all’osservazione del bambino nella sua quotidianità; un esempio può essere “Vostro figlio si interessa agli altri bambini?” oppure “Ogni tanto usa il dito per indicare o chiedere qualcosa?”. Ogni questione è legata ad alcuni aspetti come socialità, comunicazione e sviluppo motorio, che si presentano come difficoltà per un bambino autistico.
La M-CHAT, pur essendo molto simile alla CHAT, è invece un questionario più specifico, utile a valutare impedimenti più importanti e critici. Elaborato dalla dottoressa Diana Robins, è composto da 20 domande per i genitori a cui rispondere “sì” o “no”.
Lo “Screening Tool for Autism in Toddlers & Young Children” è uno strumento sempre di base ma decisamente più dettagliato rispetto agli altri. Può essere utilizzato da tutti i professionisti del settore come pediatri e psicologi, ma anche insegnanti. È dedicato a bambini dai 24 ai 36 mesi d’età e si tratta di un test interattivo composto da 12 elementi e giochi con i quali il piccolo e l’osservatore devono interagire assieme.
Questi test e questionari, adatti a tutte le età, fanno parte di una seconda e più approfondita fase di valutazione.
Generalmente dedicato ai bambini dai 3 anni in su, in realtà può essere proposto anche agli adolescenti che non abbiano superato il 18esimo mese dall’età dello sviluppo (esiste un ulteriore test per calcolare quest’ultima). Si tratta di un colloquio ai genitori, che coglie elementi importanti per la diagnosi dall’osservazione quotidiana dei comportamenti della persona con sospetto autismo. Lo scopo è quello di identificare difficoltà specifiche che rimandano agli ASD.
Questo strumento interattivo è rivolto anche agli adulti ed è differenziato in 5 moduli, che si presentano in maniera differente a seconda dell’età. Se per i più piccoli si offrono principalmente modalità di gioco, che permettono di osservare le competenze acquisite di interazione sociale, per gli adolescenti e adulti si tratta perlopiù di conversazioni.
I test, colloqui e i questionari elencati in questo articolo non hanno risposte corrette o errate, ma sono strumenti che supportano nell’individuazione dell’autismo attraverso strategie che fanno emergere le difficoltà motorie, relazionali e di comunicazione che una persona autistica affronta ogni giorno.
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