La sindrome di Tourette è una condizione molto complessa, che si manifesta con tic e comportamenti variegati con vari stadi di gravità. C’è chi la vive come una difficoltà importante e pesante mentre altri, che magari ne soffrono in maniera lieve, la confondono con altre problematiche, talvolta fisiche (come l’asma), fino ad un’età matura. Nonostante si presenti usualmente nel periodo infantile, in molti, a causa di una individuazione tardiva e diagnosi errate, la scoprono quando diventano adulti.
Infatti, oltre a presentare movimenti automatici alterati, sia motori che vocali, comportamenti inusuali e depressione e ansia, la sindrome di Tourette si accompagna anche ad altre condizioni quali Adhd e Oc. Le varie manifestazioni che comporta, croniche o sporadiche, influenzano negativamente la quotidianità del bambino e della persona matura, ed è necessario identificare per tempo questa condizione per riuscire a offrire un aiuto in grado di riportare il benessere.
Sfortunatamente non esistono test specifici per la Tourette, ma gli specialisti, grazie nuovi studi e prove, sono riusciti a realizzare scale e analisi più dettagliate. Naturalmente gli strumenti fondamentali rimarranno sempre l’osservazione e un’accurata anamnesi. Scopriamo quali sono le indagini che medici, pediatri e psicologi compiono per arrivare a diagnosticare questa difficoltà.
La Yale Global Tic Severity Scale è un valido strumento per l’individuazione della Tourette, nonché di altre condizioni dove emergono tic, e si presenta in forma di intervista. Ideata nel 1989 dallo psichiatra infantile Leckman e da un gruppo di altri studiosi, ha lo scopo di conoscere la gravità delle contrazioni motorie e foniche, che creano un impedimento nella quotidianità della persona con sospetta Tourette. Lo specialista, attraverso questo test, determina il numero, la frequenza, l’intensità e la complessità dei tic, nonché la loro interferenza nella vita di tutti i giorni.
Test dedicato ai bambini (quello per adulti è invece lo Y-BOCS, ovvero Yale Brown Obsessive Compulsive Scale), ha l’obiettivo di valutare la gravità dei segnali ossessivo-compulsivi. Anch’esso si presenta in forma d’intervista semi strutturata e lo specialista può decidere di proporlo sia al piccolo che ai genitori o tutori. Il CY-BOCS è composto da 10 domande e una lista di sintomi, e il medico valuta i dati raccolti e la gravità della condizione riferendosi a frequenza, resistenza, intensità e controllo dei sintomi. Il risultato è uno schema diviso in due, dove una parte raccoglie il punteggio delle compulsioni, da 0 a 20, e un’altra quello delle ossessioni, anch’esso da 0 a 20.
Identificato come valido nel 2001, questo test psicometrico è uno strumento da usare in una prima fase di screening e cerca di individuare eventuali problematiche psichiatriche tramite scale di autovalutazione. Adatto sia a bambini che adolescenti (dagli 8 ai 18 anni), è composto da 6 scale, a loro volta strutturate in varie sottoscale. Ogni settore si occupa di caratteristiche che presenta la sindrome di Tourette, quali ansia (SAFA A), depressione (SAFA D) oppure sintomi somatici e ipocondria.
Oltre a quelli appena citati, vi sono ulteriori test, colloqui e interviste che permettono agli specialisti di arrivare ad una diagnosi della sindrome di Tourette in maniera valida e specifica. Tra questi sono da menzionare la Premonitory Urge for Tics Scale (PUTS), utile a indagare la premonitory sensation, e il Diagnostic Confidence Index (DCI), che approfondisce la validità di una diagnosi di Tourette. Per i bambini si propone anche il TAD (test per ansia e depressione), mentre per gli adulti il Beck Depression Inventory (BDI) e lo State Trait Anxiety Inventory (STAI-II).
Grazie ad una rinnovata attenzione verso tutte quelle difficoltà legate alla neurodiversità, ora la scienza ha tra le mani molteplici elementi per riuscire a identificare condizioni un tempo invisibili. Grazie ai test, e alla conseguente diagnosi, le persone con sindrome di Tourette intraprendono un percorso in grado di migliorare il loro stile di vita e di rendere meno oppressivo un impedimento deleterio per il proprio benessere psicofisico.
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